Michele Lanfranchi, la svolta nelle indagini: proprietario di casa indagato per omicidio
Il 19enne è stato trovato morto in strada, ma avrebbe perso la vita altrove.
L’ipotesi sulla morte di Michele Lanfranchi – Ilcorrieredellacitta.com
È stato trovato disteso in via Michelangelo Rizzo il corpo di Michele Lanfranchi, l’operaio diciannovenne originario di Messina e rinvenuto morto lo scorso sabato 1° giugno. Sulle cause di morte aleggia ancora un mistero, così come non sono ancora chiare le motivazioni per cui Lanfranchi prima della sua dipartita si aggirasse per il rione Giostra con una pistola calibro 7.65. Aveva paura? Voleva risolvere qualche faccenda nel sangue? Sono tutti interrogativi su cui in queste ore stanno facendo luce gli inquirenti.
Lanfranchi voleva vendicarsi
Gli investigatori della mobile stanno passando al setaccio amici, parenti e tutte le “persone informate sui fatti” che potrebbero aiutare a ricostruire la vicenda. Stando a quanto raccolto, Michele Lanfranchi era deciso a farla pagare a qualcuno. Per questo motivo, probabilmente, si sarebbe procurato una pistola, anche se non è ancora chiaro dove e da chi. A gestire l’inchiesta in queste ore è la pm Liliana Todaro, che conosce bene le dinamiche e le “questioni d’onore” tipiche del rione Giostra, a poca distanza da dove sarebbe stato trovato il corpo di Lanfranchi.
D’intesa con il procuratore aggiunto, Vito Di Giorgio, Todaro ha trascritto proprio ieri nel registro degli indagati anche il proprietario dell’abitazione dove sarebbero avvenuti i fatti: Giovanni Laganà è accusato di omicidio.
Accusato il proprietario dell’appartamento
Il quarantenne Giovanni Laganà è stato così iscritto nel registro degli indagati, ma al momento su di lui non pende alcuna misura. Di fatto Lanfranchi sarebbe morto nella sua abitazione e poi il corpo del 19enne sarebbe stato trasportato a poca distanza in via Michelangelo Rizzo, all’incrocio tra via Palermo da un lato e il viale Giostra dall’altro. Stando a quanto accertato fino a ora, sembra che Lanfranchi volesse vendicarsi di un torto e la pistola gli servisse come intimidazione, non è ancora chiaro però come dall’arma sarebbe partito un colpo che lo avrebbe preso al collo, risultandogli fatale. Saranno gli esami stub della Mobile, in corso in queste ore, ad accertare l’effettiva dinamica della tragedia, valutando anche la presenza di particelle di contaminazione sull’arma.
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